E-commerce in lockdown: come le aziende si evolvono durante la pandemia Covid-19
La nostra vita di tutti i giorni segnata dal progresso e da una socialità sempre più virtuale, ha dovuto fare i conti con la semplicità dell’esistenza umana e dei suoi limiti biologici, dell’inaspettato e dell’incontrollabile: la pandemia Covid-19 ha sconvolto in pochi mesi le abitudini di consumo di tutto il mondo e le modalità di relazione e di comprensione dei formidabili eventi occorsi, lasciandoci senza fiato, in uno stato di sospensione che ci ha trovato impreparati e che ha minato la nostra percezione del futuro.
Il noto sociologo Umberto Galimberti riflette sul nostro senso del domani, ora totalmente messo in discussione dal virus: non c’è più traccia forte del “futuro” nella nostra mente, concepito da sempre come spazio temporale della salvezza, del progresso e della speranza. Oggi solo il presente può essere il tempo a cui dedicare tutte le nostre energie, il tempo della riflessione, della pianificazione, ma anche della reazione.
L’eCommerce in questo nuovo scenario attesta un’impennata importante, diventando il canale principe anche per quelle aziende naturalmente non vocate alla vendita online: il 77% delle aziende che vende i propri prodotti avvalendosi di dispositivi digitali ha acquisito nuova clientela, contemporaneamente è in forte diminuzione l’acquisto presso i negozi fisici. Si conferma così, ora più che mai in modo netto, la parabola discendente della vendita tradizionale, già da qualche anno avviata verso il tramonto.
Questo nuovo presente economico obbliga le aziende ad adattarsi, adottando sistemi eCommerce sicuri e funzionanti per poter affrontare in modo incisivo il mercato. L’esigenza di esserci -in primis on-line- ma di essere soprattutto pronti e operativi, si traduce in un’importante domanda di efficienza che ha i tratti della omnicanalità, e che comporta un investimento a livello di infrastrutture digitali e nuove competenze interne.
GDO e la necessità di una eGrocery
Secondo l’indagine redatta settimanalmente da Nomisma, in collaborazione con Crif, dell’Osservatorio Lockdown, la spesa online di prodotti alimentari è aumentata del 10% e nell’ultimo mese è stato stimato che 3 italiani su 4 hanno ordinato cibo da asporto, preferendo la consegna a domicilio effettuata dai riders.
Sul fronte GDO la situazione è complessa, la necessità di far fronte all’attuale grande richiesta alimentare e di cura delle persone si contrappone al rischio di mettere in pericolo la salute dei propri lavoratori, ma non solo: andare a fare la spesa, significa recarsi inevitabilmente in quello che in questa situazione di pandemia rappresenta uno dei pochi, consentiti, spazi di aggregazione, e quindi di possibile contagio.
L’eGrocey della GDO, che ha segnato recentemente il +97,2% di acquisti online, e il suo servizio di delivery, si presentano come naturale risposta a tutti questi problemi. Se non possiamo ipotizzare come sarà la tanto attesa e graduale ripartenza italiana, certo è che dovrà fare i conti con la necessità di tornare alla normale produttività, e con la nuova convivenza forzata di regolamenti di distanziamento sociale che implicitamente impongono alle aziende di rivedere spazi, gestione del personale e potenziamento dei canali di vendita digitali.