Perché è importante il Project Management per le PMI

05.07.2022 - Tempo di lettura: 1'

Vorrei proseguire la riflessione iniziata lo scorso mese sul tema della formazione introducendo alcuni spunti specifici, a testimonianza di quanto credo sia fondamentale questo aspetto, soprattutto in un’ottica di profondo rinnovamento del settore edile, oggi più che mai necessario.

Diretta conseguenza di un’adeguata formazione è la maturazione di competenze: l’estrema complessità gestionale (sia esecutiva che amministrativa) di una commessa edile-tipo, richiede la necessità di possedere capacità di coordinamento che fino ad alcuni anni fa erano appannaggio unicamente di aziende e cantieri di dimensioni medio-grandi. Il Project Management, infatti, è oggi quanto di più importante si possa offrire in termini di servizio al Cliente, anche in realizzazioni di dimensioni contenute.


La figura del tecnico di cantiere ha subìto importanti trasformazioni, spostando il target del suo operato dalle mansioni classiche di sorveglianza e approvvigionamento materiali/mezzi verso una gestione a tutto tondo della commessa, focalizzandosi in particolar modo sul corretto avvicendamento delle maestranze e nell’ottimizzazione delle interferenze. Ma non solo: un buon tecnico di cantiere contemporaneo deve essere in grado di far coesistere il rispetto di un cronoprogramma (competenza base) con aspetti tecnici, economici e di sicurezza non banali.

Oggi un edificio, indipendentemente dalla sua dimensione, che sia di nuova costruzione o che venga sottoposto ad interventi di rinnovamento ed efficientamento energetico, è tipicamente un manufatto caratterizzato da un livello di complessità medio-alta: si pensi solamente all’evoluzione tecnologica avvenuta nel campo impiantistico, alla varietà di metodologie costruttive disponibili sul mercato da cui attingere, alla multietnicità delle maestranze che operano nei cantieri. Tutti aspetti che si traducono in una molteplicità di soggetti che intervengono in ambito esecutivo e che devono essere adeguatamente coordinati e gestiti, sotto ogni punto di vista.

Allo stesso modo, in un’epoca dominata dalle incentivazioni fiscali come leva per smuovere il mercato, anche la contabilizzazione lavori (preventivazione, redazione di SAL) è divenuta oltremodo complessa, dovendo sottostare ad aspetti di ripartizione e suddivisione costi propedeutici alla fatturazione che presuppongono una conoscenza normativa trasversale che fino a poco tempo fa era esclusivamente demandata al settore amministrativo di un’Azienda.

Parlare di Project Manager anche per imprese di costruzioni medio-piccole, quindi, non è fuori luogo.

La risposta purtroppo non è così immediata: nel mondo della scuola tradizionale, cioè gli istituti professionali CAT, difficilmente si riscontra una sensibilità formativa in questo senso, a fronte di un legame ancora troppo forte verso approcci nozionistici classici e di corpi docenza che difficilmente hanno diretti contatti con il modo del lavoro e con la sua continua evoluzione. In questo senso non aiuta molto nemmeno la giovane età degli studenti in età scolare, spesso ancora acerbi per l’apprendimento di determinate tematiche.

All’opposto, il mondo accademico universitario è in grado di fornire profili altamente specializzati, che però almeno nelle loro aspirazioni iniziali possono faticare a calarsi all’interno di realtà imprenditoriali che ricercano nelle risorse stesse gli spunti di crescita strutturale ed organizzativa piuttosto che inserirle all’interno di schemi operativi già precostituiti.

Ecco allora che un ruolo fondamentale potrebbero e dovrebbero svolgerlo gli ITS e gli IFTS, per loro natura vero anello di giunzione tra le necessità delle imprese e il mondo della formazione.  L’auspicio per i prossimi anni è di poter creare sempre una maggior sinergia tra imprese di costruzione e istituti, come già avviene da tempo per molti altri settori industriali, così da poter davvero creare una nuova generazione di tecnici non solo preparati ma sufficientemente versatili per rispondere alla variegata domanda che il mondo edile oggi propone. Poter disporre di una solida partnership tra imprese e formazione potrebbe davvero proiettare il panorama diffuso delle costruzioni verso una trasformazione che sappia seguire di pari passo ciò che la parte produttiva (materiali) e progettuale (tecnologie) ha già intrapreso, senza rimanere indietro e partendo dalla base delle piccole e medie imprese, da sempre cuore operativo del settore.

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