La Gestione degli Stakeholder in edilizia
La gestione degli stakeholder, ovvero dei portatori di interesse in un progetto rappresenterà, nel prossimo futuro, uno delle chiavi di successo di un progetto edile soprattutto vista la legge sui lavori pubblici e dell’articolo che regola la débat public.
L’importanza di un buon CRM
Oggi nell’era della digitalizzazione, partendo da un buon CRM (Customer relationship management) ove far affluire i dati che magari arrivano dal BIM e dal software edilizia utilizzato, distribuire le informazioni per accezione (le informazioni giuste, al momento giusto ed alle persone interessate) può e deve diventare la via maestra.
Tutte le parti interessate dovrebbero essere individuate con molta scrupolosità ed attenzione per garantire il successo di un progetto. Risulta facile l’individuazione degli stakeholder interni di un progetto, mentre invece più complessa e insidiosa è quella degli esterni.
Specifichiamo che quando parliamo di progetto, esso viene inteso, sia dalla prospettiva del Rup, che oltre al cantiere domina l’intera “filiera” dalla programmazione triennale delle opere (momento dal quale riceve formalmente l’incarico), fino all’inaugurazione/messa in esercizio di un’opera, sia dalla prospettiva del responsabile della progettazione tecnica che da quella del direttore di cantiere.
Un diagramma a matrice per per le parti interessate
Tra le buone pratiche c’è un diagramma a matrice che ci aiuta a capire, oltre che all’individuazione dei portatori di interesse, anche l’impatto che questi ultimi possono avere sul progetto.
- In basso a sinistra si nota come appartengano a questa zona tutti coloro che devono essere informati. Si pensi, ad esempio, quanto possa essere forte l’influenza dell’opinione pubblica di fronte ad una nuova opera e al fenomeno Ninby (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. “Non nel mio cortile”). Una non corretta individuazione/formazione può addirittura portare uno stakeholder positivo a diventare negativo con tutte le relative conseguenze come lo slittamento in avanti dei tempi ed il relativo aumento dei costi.
- In basso a destra troviamo tutti coloro che semplicemente ci aiutano in tutte le fasi di un progetto e che quindi hanno un interesse alto ma un potere basso, come ad esempio fra gli esterni, i fornitori, i subappaltatori e tra gli interni il team di progetto, i dipendenti ecc.
- Nella parte in alto a destra si raggruppano tutti i portatori di interesse che hanno un potere alto sul progetto ma un basso interesse in quanto magari non direttamente interessati. In un’opera pubblica potrebbero essere tutte le istituzioni, gli ordini professionali o le associazioni di categoria.
- In fine nella parte in alto a destra abbiamo tutti coloro che possono essere definiti portatori di interesse chiave. Avere all’interno di una “lista” di portatori di interesse un soggetto/gruppo anche esterno, che ha un alto interesse, unito ad un potere forte potere può rappresentare un problema se non individuato e se non ben gestito.
Cosa unisce queste quattro porzioni del diagramma degli stakeholder?
Per tutti la parte fondamentale è la comunicazione. Riuscire a capire come e quando comunicare con ognuno di essi risulta di primaria importanza. Troppo spesso in Italia abbiamo modi di comunicare non idonei rispetto all’opera che dovremmo realizzare e un errato coinvolgimento dei portatori di interessi verso il progetto.
In questa direzione dovrebbe andare l’art. 22 del codice appalti che entra in merito alla “Trasparenza nella partecipazione di portatori di interessi e dibattito pubblico“. La legge in questo caso, tracciando le linee generali, spiega nei commi 3, e 4 come comunicare e con che tempi. Ovviamente ci sarà il passaggio attuativo con un decreto da parte del ministro delle infrastrutture che entrerà nel merito. Il Consiglio di stato, esprimendo il suo parere, in uno dei suoi passaggi la definisce addirittura come “Una disciplina puntuale, effettiva, efficace, che assicuri al contempo partecipazione senza un eccesso di polverizzazione della stessa, costituisce un impegno difficile ma anche una sfida non rinviabile”.
Siamo ancora una volta di fronte ad una delle buone pratiche di Project management e nello specifico nel gruppo tematico che si occupa della gestione degli stakeholder nei processi di avvio e esecuzione di un progetto. (Norma UNI ISO 21500)
Se si dovesse suggerire una integrazione alla legge probabilmente potrebbe essere verso la questione della gestione degli stakeholder, infatti coinvolgerli nel dibattito in fase di avvio è sicuramente una buona pratica, ma se poi non gestiti bene durante l’esecuzione attraverso una opportuna comunicazione, si rischia, come spiegato, che portatori di interessi positivi diventino negativi. La chiave è sicuramente la comunicazione di progetto della quale ci occuperemo nel prossimo articolo.