La certificazione dei processi produttivi
Qual è il fine ultimo per un’azienda? Generare utili per i propri soci, creare lavoro per il territorio in cui opera, incrementare il proprio giro d’affari in maniera costante anno dopo anno.
Sono tutte risposte corrette, che molto probabilmente troverebbero approvazione dalla stragrande maggioranza degli imprenditori, al punto da sembrare persino ovvie.
C’è un altro aspetto però sul quale val la pena di porre attenzione: che cosa rende un’azienda veramente solida e stabile nel tempo? In questo caso credo che la risposta sia principalmente una: il patrimonio dell’azienda stessa, ciò che essa possiede.
Verrebbe automatico quindi, in particolar modo per gli operatori del comparto edile, pensare a beni immobili (uffici, laboratori, case) che normalmente pesano in maniera importante nel bilancio di una società e possono essere utilizzati come forma di garanzia per ottenere liquidità da parte dei canali bancari, da destinare a forme d’investimento.
Ma esistono anche altri modi per patrimonializzare un’azienda: al di là dell’importanza delle risorse umane, che evidentemente fanno sempre la differenza e costituiscono il cuore pulsante di ogni impresa, ciò che conferisce valore ad un Azienda è la sua struttura operativa e la riconoscibilità che la stessa ha sul mercato di competenza. Il concetto di patrimonializzazione, quindi, deve essere esteso oltre i beni materiali, andando a ricomprendere anche altri aspetti meno tangibili ma altrettanto importanti.
Non fa eccezione, in tal senso, il comparto delle costruzioni che troppo spesso ha lasciato in secondo piano il concetto di qualificazione delle imprese, ponendo delle barriere di accesso al settore fin troppo leggere. La complessità del processo produttivo edile, invece, impone un approccio differente ed una maggiore attenzione a tutti quegli aspetti che possono innalzare il valore operativo di un’azienda.
Certificare i processi produttivi è la parola chiave con cui affrontare il mercato contemporaneo, per una maggior tutela e controllo di quanto viene eseguito, ma anche per potersi aprire l’accesso ad opportunità molto più ampie e differenziate.
Abbiamo già parlato dei meccanismi virtuosi che genera un sistema volontario come il “Controllo di Gestione”, strumento attraverso il quale i vertici di un’azienda riescono ad avere sempre una visione generale esaustiva del raggiungimento o meno degli obbiettivi che la stessa si pone, sulla base dei dati operativi che vengono periodicamente raccolti.
Allo stesso modo vorrei porre l’attenzione su tre processi di certificazione, più o meno conosciuti, che presi singolarmente o meglio ancora congiuntamente possono contribuire ad innalzare in maniera decisiva il valore di un’azienda e nel nostro caso di un’impresa di costruzioni.
Il primo è il Sistema di Qualità stabilito dalla norma ISO 9001, ormai presente da molti anni in tutti i settori produttivi e che molte Aziende adottano in maniera sistematica. Anche nel settore delle costruzioni sono molte le realtà che ne seguono i criteri operativi, in particolar modo da quando il Codice degli Appalti Pubblici lo ha introdotto come criterio premiante nella classificazione SOA (oltre la III categoria possedere un Sistema di Qualità è un requisito necessario).
Al di là dell’obbligatorietà o meno però, saper gestire un Sistema di Qualità in maniera corretta, senza ridurlo ad un mero passaggio di carte, significa incasellare i processi produttivi all’interno di una serie di procedure che migliorano sia l’efficienza che l’efficacia operativa dell’intera organizzazione azienda, con la figura del Quality Manager a far da trait-d’union tra produzione e ufficio.
La certificazione ISO 14001, invece, riguarda la definizione di un Sistema di Gestione Ambientale volto a controllare tutti quegli aspetti che rientrano nel più ampio concetto di sostenibilità. Un tema di assoluto rilievo oggigiorno ed ancor di più per il settore delle costruzioni il cui impatto in termini assoluti sull’ambiente è per sua natura notevole.
Rendere la propria azienda conforme alle linee guida di una ISO 14001 significa monitorare con riscontri effettivamente documentabili tutte le attività in termini di sostenibilità ambientale, dall’approvvigionamento dei materiali alle attrezzature e macchinari che si utilizzano per metterli in opera, fino allo smaltimento delle eccedenze di lavorazione.
Appare evidente, stante l’attuale sensibilità comune riguardo a questi temi, come possedere un Sistema di Gestione Ambientale costituisca un valore aggiunto per l’azienda che lo adotta.
Allo stesso modo, la norma UNI ISO 45001 che riguarda i Sistemi di gestione per la Salute e Sicurezza sul lavoro definisce gli standard minimi di buona pratica per la protezione dei lavoratori. Stabilisce cioè un quadro per migliorare la sicurezza, ridurre i rischi in ambito lavorativo e migliorare la salute e il benessere dei lavoratori, permettendo così di aumentare le performance in materia di salute e sicurezza dell’Azienda che intenda percorrere la strada della certificazione.
Un modo per accrescere il valore della propria azienda nei confronti dei propri dipendenti e per poter accedere a sgravi contributivi e premialità.
Sono solo tre esempi che ci dimostrano come la qualificazione volontaria di un’impresa è sempre un processo positivo, in quanto contribuisce in maniera determinante a renderla competitiva sul mercato e, perché no, anche appetibile a potenziali investitori. Sono ancora poche le imprese di costruzioni che possono vantare almeno due di queste certificazioni, un passo che il settore dovrebbe incentivare in quanto può contribuire, anche se in maniera indiretta, ad un generale innalzamento di livello del prodotto edilizio.