Investire in formazione edile per diversificare le competenze
“Non si smette mai di imparare”. È una frase che ognuno di noi ha pronunciato più volte nella propria vita, molte volte magari più per circostanza che per reale convinzione.
Questo particolare periodo storico, nel settore delle costruzioni, ripropone in realtà con grande forza il tema della formazione all’interno delle imprese edili. Non che ce ne fossimo dimenticati, perché anche solo per ottemperare gli adempimenti previsti a livello normativo è necessario garantire al proprio personale (sia tecnico che operativo) un determinato numero di ore dedicate all’aggiornamento professionale.
Gran parte di queste ore, però, sono state negli ultimi anni dominate quasi unicamente dal tema Sicurezza, in un’ottica di sempre crescente sensibilizzazione nei confronti della tutela dei lavoratori in particolar modo del settore edile. Un tema fondamentale, sempre attuale e mai completamente esaurito anche a fronte di qualsiasi corso o seminario.
Perché si parla poco di formazione edile
L’aggiornamento tecnico delle maestranze, al contrario, è un tema finito un po’ in secondo piano per svariati motivi: mi riferisco principalmente alle imprese di costruzioni generaliste, che a fronte dell’estrema specializzazione dei sistemi costruttivi tradizionali, hanno sempre più demandato all’esternalizzazione l’introduzione di nuove competenze operative nei propri cantieri, limitandosi spesso al controllo tecnico ed economico di quanto in fase di realizzazione. Oltre a ciò, la sostanziale stagnazione del mercato edile nazionale a partire dal 2007, ha fatto sì che si verificasse un forte rallentamento nel normale ricambio generazionale delle maestranze, fattore che non ha di certo contribuito in maniera positiva in tema di formazione professionale a favore dell’operaio edile medio: se la domanda scarseggia , il sistema produttivo di riferimento è certamente meno invogliato a investire anche sul personale, così come la stessa forza lavoro trova meno attrattivo inserirsi nel settore, in un circolo vizioso che impoverisce progressivamente entrambe le facce della stessa medaglia. Imprese e lavoratori.
Perché aggiornare le maestranze
In uno scenario però di ripresa per l’edilizia, la cui continuità nel tempo è peraltro ancora tutta da verificare, alcuni interrogativi in tema di formazione sono iniziati ad emergere: la mia Azienda possiede le competenze tecniche interne necessarie per gestire commesse finalizzate all’efficientamento energetico e strutturale del patrimonio edilizio esistente? Sono sufficientemente strutturato non solo a livello gestionale ma anche operativo per far fronte a una domanda caratterizzata da una scarsa possibilità di programmazione a medio e anche breve termine a causa di fattori esterni (difficile reperibilità dei materiali, forti oscillazioni dei prezzi, ecc.)? Interrogativi che si tramutano in necessità quando ci si accorge che il sistema, depauperato di una buona percentuale di forza lavoro da una crisi durata un decennio buono, non è in grado di supportare una domanda importante come quella attuale, né in termini quantitativi né tantomeno a livello qualitativo.
Si rischia, quindi, da un lato di perdere importanti occasioni di business e di potenziale crescita per la propria Azienda per semplice incapacità operativa di portare a termine un numero adeguato di commesse, dall’altro lato di essere sostanzialmente dipendenti dai propri fornitori, rincorrendo richieste economiche assurde e tempistiche di attesa lunghissimi, molte volte magari nemmeno troppo giustificati di fronte al livello qualitativo della prestazione offerta.
L’importanza della formazione edile
Ecco quindi che la formazione può essere davvero una carta da giocare, per poter recuperare la propria indipendenza operativa e per offrire una versatilità maggiore alla propria clientela, fattore che attualmente rappresenta un valore aggiunto. Diversificare le competenze interne, aggiornare ed implementare le conoscenze tecniche del proprio personale secondo la recente evoluzione del mercato edile e cioè verso i sistemi costruttivi a secco, l’efficientamento dell’involucro, rappresenta una scelta lungimirante per saper cogliere al meglio le opportunità di mercato, se non nel breve sicuramente nel medio periodo.
Perché al di là degli incentivi fiscali, la strada ormai è tracciata ed è quella di un progressivo rinnovamento del patrimonio edilizio nazionale, reso inadeguato da politiche energetiche troppo conservative e da una scarsa propensione alla spesa dell’utente medio. Gli incentivi possono essere lo strumento che ha azionato la leva iniziale, ma il percorso negli anni a venire non potrà di certo cambiare.
In questo, le Scuole Edili e gli enti preposti alla formazione dovranno svolgere un ruolo fondamentale e di grande responsabilità, dimostrandosi ricettive ai cambiamenti e pronte ad offrire servizi di alto livello qualitativo. L’importanza di una formazione erogata da una Scuola riconosciuta e non direttamente solo dalle Aziende produttrici è una questione centrale per poter permettere alla filiera edile di sostenere in maniera adeguata la forte domanda di rinnovamento del patrimonio edilizio esistente che continuerà ad esserci.