Industry 5.0 applicato all’Area Edilizia
Il termine Industry 5.0 si riferisce a quel modello industriale che nei piani della Commissione europea costituisce l’evoluzione e il completamento di Industria 4.0.
Si tratta di una serie di misure per finanziare l’innovazione digitale, la sostenibilità e l’efficienza energetica delle imprese.
Tra gli incentivi previsti ci sono quelli che favoriscono gli investimenti nel software, i sistemi, le piattaforme e le applicazioni. Compresi quelli che permettono la gestione di impresa.
Un ulteriore vantaggio del piano Industry 5.0 nell’ambito dell’edilizia, oltre a quelli legati ai processi di digitalizzazione delle imprese, è legato alla possibilità di ottenere agevolazioni per la formazione del personale erogata da soggetti esterni per acquisire o consolidare competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale.
Nel complesso entrambe le misure permettono di ottenere vantaggi grazie a una maggiore efficienza nei processi del cantiere.
Industry 5.0 applicato all’Area Edilizia: i principi guida e i vantaggi
I principi guida dell’Industry 5.0 sono umanocentricità, sostenibilità e resilienza.
Il principio dell’umanocentricità implica che le nuove tecnologie (macchine, IoT, robot, IA e Big Data), pur rappresentando la chiave dell’innovazione delle imprese, devono essere adattate alle esigenze del lavoratore senza interferire con i diritti fondamentali.
Con il principio della sostenibilità, l’industria 5.0 mira all’efficienza e alla riqualificazione anche nell’ottica della legislazione europea che ha previsto la neutralità climatica per il 2025.
Il principio della resilienza fa riferimento, invece, alla necessità di assicurare capacità organizzative che consentono all’azienda la libertà e la solidità per continuare a produrre indipendentemente dal futuro, vale a dire anche in tempi di crisi.
Anche nel settore dell’edilizia il passaggio al 5.0 garantisce indubbi vantaggi per le imprese in primo luogo di carattere competitivo.
Tra i vantaggi legati all’innovazione ci sono una maggiore efficienza, risvolti positivi in tema di sicurezza sul lavoro, ottimizzazione dei tempi e delle risorse e un migliore monitoraggio e controllo dei processi legati alla gestione cantiere.
In secondo luogo, deve essere tenuta in debita considerazione la possibilità di accesso a forme di premialità di tipo fiscale soprattutto al fine di perseguire l’obiettivo della sostenibilità ambientale.
Piano Transizione 5.0: i requisiti per l’accesso all’agevolazione
Il Decreto PNRR Quater (D.L. 19/2024) “Piano Transizione 5.0” prevede che tutte le imprese che investono in attività digitali, autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e formazione del personale possano accedere a un contributo, sotto forma di credito di imposta, legato alla riduzione del consumo di energia finale (almeno del 3%) o al risparmio energetico nei processi (almeno del 5%).
Sono ammissibili i progetti di innovazione da cui consegua una riduzione dei consumi energetici avviati da imprese residenti nel territorio dello Stato e da stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa, dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025.
Sono escluse dai benefici le sole imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento e/o liquidazione giudiziale, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o sottoposte ad altra procedura concorsuale.
Sono ammessi ai benefici gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa e che siano interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura, a condizione che, tramite gli stessi, si consegua complessivamente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale e si realizzi una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3%, oppure, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati, ma non inferiore al 5%.
Sono agevolabili, se specificatamente previsti dal progetto di innovazione, anche i) i software, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding); ii) gli investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta; iii) le spese per la formazione del personale finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.
Sono esclusi gli investimenti in beni gratuitamente devolvibili delle imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Le imprese per accedere alle agevolazioni del Piano Transizione 5.0, devono presentare, in via telematica, tutta la documentazione sulla base del modello reso disponibile sul portale del GSE (Gestore dei Servizi Energetici Spa), concernente la descrizione del progetto di investimento e il costo dello stesso.
La concessione del beneficio è subordinata in ogni caso alla presentazione di apposite certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente, secondo criteri e modalità individuate con decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Occorre precisare tuttavia che il credito d’imposta ottenuto potrà essere utilizzato dall’impresa soltanto in compensazione diretta secondo modalità telematiche, mentre l’ammontare non ancora utilizzato entro il 31 dicembre 2025 è riportato in avanti ed è utilizzabile in cinque quote annuali di pari importo.
Piano Transizione 5.0: i vantaggi della digitalizzazione
I processi di digitalizzazione e di innovazione hanno già e avranno sempre più un impatto positivo nei confronti del settore dell’edilizia. I risvolti dell’utilizzo di tecnologie all’avanguardia nei cantieri permettono infatti grandi passi avanti sotto diversi aspetti.
I vantaggi più immediati sono quelli legati alla pianificazione e alla programmazione, a cui sono legati sistemi di monitoraggio più efficaci. In questo caso si può quindi facilmente ottenere una migliore gestione del budget e del cantiere stesso.
L’utilizzo di software innovativi permette di ottenere una maggiore efficienza e una riduzione dei tempi di lavorazione, oltre ad una migliore gestione dei materiali.
La digitalizzazione del cantiere permette inoltre l’ottimizzazione dei processi, grazie all’utilizzo dei dati, portando a sua volta a un miglioramento della programmazione e a una riduzione dei costi. I processi di innovazione che prevedono l’utilizzo di nuove tecnologie rendono inoltre possibile un aggiornamento in tempo reale, che a sua volta permette di prendere decisioni in modo più rapido ed efficace.
Il tutto legato anche all’ottimizzazione delle risorse che permette un miglioramento in termini di sostenibilità.
È di tutta evidenza che, come correttamente sostenuto nel dibattito accesosi sul tema alla luce degli obiettivi espressamente prefissati dal legislatore, l’industria 5.0. rappresenta una Collaborative Industry, vale a dire un modello in cui l’innovazione e il fattore umano si integrano per promuovere la crescita economica attraverso tecnologiche sostenibili.
In tale ottica, il decreto Transizione 5.0 costituisce il primo passo nel percorso avviato dal nostro Paese finalizzato a favorire l’innovazione, la sostenibilità e la competitività a livello internazionale garantendo contestualmente un impatto positivo sull’ambiente mediante l’ottimizzazione delle risorse naturali.