Costo dei materiali edili: analisi e cosa fare

11.05.2022 - Tempo di lettura: 3'
Costo dei materiali edili: analisi e cosa fare

Non c’è crescita senza inflazione: è una vecchia regola finanziaria, pressoché ineludibile, che accompagna ogni momento di vivacità dell’economia reale. Così come, al contrario, non c’è decrescita senza deflazione in una spirale economica che nei momenti di difficoltà sembra catturare tutto ciò che si muove nei mercati per trascinarlo sempre più a fondo.


Per questo nessun operatore, nel settore delle costruzioni ed esterno ad esso, ha mai pensato che questo meccanismo non si sarebbe messo in moto in occasione degli incentivi fiscali e del PNRR, a maggior ragione trattandosi di interventi volti a rivitalizzare un comparto come quello edile/immobiliare, in completa stagnazione da un decennio circa e che tanta rilevanza ha a livello economico generale sulla produttività di un Paese industrializzato.

Quel che è certo è che probabilmente nessuno si sarebbe aspettato che tale fenomeno avrebbe raggiunto le proporzioni smisurate che riscontriamo attualmente: materiali isolanti con costo raddoppiato indipendentemente dalla loro qualità assoluta (basti pensare al polistirene, di certo non il prodotto più all’avanguardia ed ecosostenibile che si possa trovare sul mercato); materie prime come il cemento e l’acciaio da costruzione schizzati alle stelle; metalli nobili come rame ed alluminio divenuti ancor più preziosi; persino il semplice legname non è uscito indenne da una corsa al rialzo che sembra senza fine!

Perché si alza il costo dei materiali edili

Le cause che hanno portato a questa situazione sono più che note: pandemia, tensioni militari, conseguenti bolle speculative. Un aspetto a cui però forse andrebbe dato più rilievo è come questa spinta nel settore delle costruzioni sia sostanzialmente determinata da un meccanismo esterno, quello degli incentivi fiscali, che fanno sì che ci si trovi di fronte ad una “crescita forzata”, non strutturale e non supportata da un reale potere di spesa da parte dell’utenza media. Un mercato in un certo senso artificiale che ha determinato, tra le altre cose, un valore irrealistico degli elementi che lo costituiscono (materiali e manodopera), dove la fisiologica percentuale di incremento determinata da una particolare congiuntura positiva è stata ampiamente superata, in maniera del tutto ingiustificata.

Come superare la crisi dei materiali

D’altra parte, è altrettanto evidente come il mercato reale non sia in grado di sostenere in maniera autonoma un progetto generale di rinnovamento ed efficientamento energetico del patrimonio immobiliare nazionale. Ne è testimonianza l’immobilismo generalizzato che ha interessato il settore costruzioni nell’ultimo decennio e, conseguentemente, la successiva ondata di richieste che ha generato l’annuncio del Superbonus con cessione del credito d’imposta.

In poche parole: lo strumento dell’incentivo fiscale è quanto mai necessario (probabilmente altrettanto corretta ne è la rimodulazione in termini di aliquote negli anni a venire, per controbilanciarne l’effetto) per stimolare un mercato che da solo non riesce a sostenersi e per procedere con uno svecchiamento generale, almeno in termini di fabbisogni energetici, del patrimonio edilizio.

Allo stesso modo, però, non è pensabile che il sistema produttivo possa sostenere gli attuali incrementi di costo ancora a lungo, senza pagare pesantemente dazio. Occorre porre un freno all’attuale crescita senza controllo dei prezzi dei materiali, perché i primi a subirne gli effetti sono e saranno gli utenti finali, per i quali i benefici degli incentivi tenderanno a venir progressivamente meno.

Costi dei materiali e potere di spesa

Il vero problema è la mancanza di un adeguato potere di spesa per l’utenza media, che non è in grado di sostenere i costi di una trasformazione importante del proprio immobile, benché di proprietà. Anzi, la tipica caratteristica del mercato immobiliare italiano, contraddistinto da un’altissima percentuale di immobili di proprietà in questo caso diviene un aspetto negativo, trasferendo sulle spalle del singolo gli oneri del mantenimento e della gestione operativa dell’immobile stesso. È un problema, quello del basso potere di spesa, con cui bisognerà fare i conti ancora per parecchi anni ed al quale il sistema degli incentivi fiscali cerca di dare una risposta. Per questo è necessario che lo stesso non venga vanificato da speculazioni generalizzate, sebbene in una innegabile congiuntura socio-politica di estrema difficoltà, pena lo screditamento generale del metodo adottato ed il rischio di ripiombare nella stagnazione del settore che ci accompagnato nell’ultimo decennio.


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