Cantieri Sostenibili: Il cambiamento è inevitabile?
Le regole base dell’economia, così come anche quelle del buonsenso, ci dicono che non vi può essere sempre un segno positivo negli indicatori di andamento di uno specifico settore.
Gli alti e i bassi sono ciclici, in un certo senso fisiologici, un po’ come nella vita e sono determinati da molteplici fattori non sempre imputabili in maniera diretta all’operato del singolo, a meriti o a mancanze. Molte volte sono gli elementi esterni, quelli non istantaneamente riconducibili ad azioni volontarie ma generate dal contesto ad avere un’influenza maggiore.
Spesso i periodi di stagnazione che seguono una fase di crescita si spiegano con un semplice concetto: saturazione di mercato. Il momento in cui cioè l’offerta di un determinato modello commerciale raggiunge la domanda e in alcune situazioni la supera. In questi casi il problema non risiede nella quantità di offerta che il mercato ha generato, perché essa è una logica risposta ai volumi di domanda creatisi, ma nella ripetitività dei modelli commerciali proposti. In buona sostanza, a determinare la stagnazione è la mancanza di evoluzione o ancor meglio di cambiamento in quanto si propone.
L’errore più grande, una volta trovata una formula vincente, è pensare che la stessa possa essere ripetuta all’infinito, senza modificare nulla.
Il settore delle costruzioni, soprattutto da un punto di vista di approccio imprenditoriale, è sempre stato uno tra i più conservatori, forte della solidità intrinseca nel concetto stesso di patrimonio immobiliare.
Proporre il cambiamento però dovrebbe essere l’imperativo di ogni imprenditore, a maggior ragione in un’epoca estremamente dinamica come quella attuale ed il tema che più di ogni altro sta guidando il cambiamento nel presente e nel prossimo futuro è indubbiamente la sostenibilità ambientale.
Se dal lato “produttori” il mondo delle costruzioni si è già dimostrato molto ricettivo, grazie alla trasformazione dei materiali tradizionali in prodotti sempre più attenti all’impatto ambientale da essi generato, con Aziende che hanno ormai stabilmente nei propri cataloghi delle linee green, lo stesso non si può dire del processo produttivo edile nella sua accezione più ampia.
Il cantiere, inteso come luogo di realizzazione del prodotto edile finito, è stato solo marginalmente interessato dalla rivoluzione di pensiero green che sta coinvolgendo la nostra società in maniera trasversale.
Anche in questo ambito, però, alcuni meccanismi si stanno smuovendo e ne è una dimostrazione il progetto CIS (Cantiere Impatto Sostenibile) promosso da Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Si tratta di un processo di certificazione attuato su base volontaria, che si applica alle singole unità produttive delle aziende coinvolte (i cantieri) e riguarda tutti gli aspetti che interessano il ciclo produttivo delle attività che si svolgono al loro interno.
Il protocollo CIS si attua attraverso un codice di condotta che ha come fine ultimo di rendere la fase di cantiere ESG Compliant.
Environmental, Social e Governance sono i tre indicatori fondamentali a valutare l’impegno di un’impresa in termini di sostenibilità: essi indicano un vero e proprio rating, spesso conosciuto come rating di sostenibilità che esprime l’impatto ambientale, sociale e di governance di un’impresa o di un’organizzazione che opera sul mercato.
Attraverso il CIS un cantiere viene monitorato fin dagli inizi, inserendolo all’interno di precise linee guida che individuano i parametri di sostenibilità ambientale da seguire durante il suo intero svolgimento. Un elemento fondamentale, in questo senso, è il ricorso alle fonti di energia verde al servizio dell’unità operativa o di sistemi di compensazione che garantiscano un abbattimento dei livelli di CO2 complessiva prodotta nelle fasi di lavorazione, con un occhio particolare alla decarbonizzazione (parametri Environmental).
Allo stesso modo, l’impresa è chiamata a dimostrare che la propria metodologia di lavoro risponda ai principi base di rispetto della legalità e della dignità del lavoro: contratti collettivi di lavoro per dipendenti e subappaltatori, rating di legalità sono aspetti imprescindibili che devono essere costantemente monitorati e sono oggetto di continua verifica nel processo di certificazione (parametri Social).
Trattandosi di un protocollo che si attua su base volontaria, il CIS coinvolge in maniera diretta i soggetti apicali dell’Azienda, che formalizzano l’adesione al progetto in maniera ufficiale, come presa in carico di responsabilità ad ottemperare agli obblighi in termini di sostenibilità previsti (parametri Governance).
L’impatto di tale processo è talmente profondo al punto da necessitare la nomina ufficiale di un “Ri.CIS.” (Responsabile Cantiere Impatto Sostenibile) all’interno dell’organigramma aziendale che, alla stregua di ciò che succede ad esempio con un Quality Manager per il sistema ISO 9001, è chiamato a verificare in maniera continua l’applicazione delle procedure operative e la conformità ai parametri necessari per la certificazione.
I livelli di certificazione previsti sono tre: Argento, Oro e Platino ma tutti indicano la ferma volontà di aver intrapreso un percorso di miglioramento continuo nel rapporto tra cantiere ed ambiente.
Il progetto CIS sta già riscuotendo molto interesse tra le imprese, sempre più sensibili al tema della sostenibilità e consapevoli della visibilità sociale che l’adesione a tali progetti genera per l’Azienda stessa.
L’auspicio è che l’iniziativa si estenda rapidamente a tutto il territorio nazionale, incrementando così la propria valenza di elemento di cambiamento negli aspetti realmente operativi della cantierizzazione. Se così fosse, sarebbe davvero un bel segnale per il settore delle costruzioni.