Vendere in Dropshipping: Consigli Legali per farlo in Sicurezza e non infrangere la legge!
Dopo il boom di Amazon e eBay, sono sempre di più i merchant che decidono di vendere in dropshipping i loro prodotti; ciò malgrado, è difficile comprendere come regolare i rapporti con i fornitori per garantire al cliente un servizio efficiente e destreggiarsi tra i cavilli legali di questo modello di vendita online.
In questo articolo vediamo come vendere in dropshipping per mettersi al riparo dai rischi legali.
Gestione del flusso di Pagamento e di Spedizione nel Dropshipping
La chiarezza è molto importante nel rapporto con i fornitori, specialmente con quelli conosciuti da poco e con i quali non si è ancora instaurato un rapporto di fiducia. Pertanto, tutti gli aspetti, logistici e non, devono essere ben definiti nel contratto. Ecco alcune domande da porvi e argomenti da sviscerare per redigere un contratto il più possibile dettagliato:
- Le somme pagate dai clienti transiteranno sul vostro conto per poi essere trasferite sul conto del fornitore previa decurtazione della vostra percentuale (ipotesi più frequente), o il contrario?
- I prodotti dovranno essere spediti dentro pacchi contenenti il logo della vostra società o di quella del fornitore, oppure avete intenzione di indicare i loghi di entrambi?
- Chi sceglie il trasportatore: voi oppure il fornitore? Questo è un ambito molto importante, soprattutto perché determina chi sarà responsabile verso il consumatore nel caso di ritardi nella consegna. A chi andrà rispedita la merce in caso di mancata consegna, di reso o di recesso: a voi o al fornitore? In quest’ultimo contesto, è molto frequente indicare che la merce sia consegnata presso il magazzino del fornitore, in quanto se vendete in dropshipping molto probabilmente non avete un magazzino. In tal caso, sarà opportuno indicare sul vostro sito l’indirizzo al quale i prodotti dovranno essere restituiti, il quale corrisponderà con il magazzino del fornitore.
- Di chi sarà la responsabilità per eventuali prodotti difettosi, danneggiati o malfunzionanti? Se il prodotto sarà difettoso sarete sempre voi responsabili nei confronti del consumatore, implicando che in presenza di un difetto verificabile sarete tenuti a rimborsarlo. In questo contesto è molto importante indicare nel contratto di dropshipping una clausola di manleva, vale a dire una clausola nella quale il fornitore assume la responsabilità in caso di difetti dei prodotti. Le stesse tipologie di clausole possono essere utili per regolamentare ritardi nelle spedizioni o volontà di recedere il contratto.
Come si può vendere in dropshipping in totale sicurezza e senza incorrere in problemi legali?
La risposta ai vostri dubbi e paure è il contratto che deciderete di stipulare per la vendita in dropshipping dei vostri prodotti.
Non esiste un modello di contratto standard valido per tutti. Il contratto di vendita in dropshipping regola i rapporti tra imprese e pertanto può essere modellato in base alle vostre esigenze e modificato in base al fornitore con cui dovete concludere l’accordo.
È bene stabilire fin da principio, all’interno del contratto, chi sarà responsabile per i prodotti difettosi o per le mancate consegne come detto sopra. Per stabilire le responsabilità è utile far riferimento alle reali ipotesi di responsabilità di ciascuno.
Un esempio pratico: quanto alla responsabilità per prodotto difettoso, questa potrebbe essere imputata, già nel contratto, al fornitore in quanto è verosimilmente produttore del bene e pertanto sarebbe rischioso da parte del merchant assumere la responsabilità su un aspetto sul quale non ha alcun tipo di controllo.
Come si gestisce la privacy dei clienti quando si vende in dropshipping
Innanzitutto, è importante tenere a mente che vendere in dropshipping prevede che i fornitori conoscano i dati personali dei clienti (es.: nome, cognome, dati di contatto e di residenza) in quanto li devono utilizzare per la spedizione.
Ma come tutelarsi se il fornitore comincia ad inviare comunicazioni promozionali ai vostri clienti? Oppure, come essere certi che, dopo la fine del contratto di dropshipping, il fornitore cancelli i dati?
In questo ambito è necessario far firmare al fornitore una nomina a responsabile del trattamento dei dati personali dei clienti.
In questo documento al fornitore verrà imposto di utilizzare i dati che gli verranno trasferiti esclusivamente per adempiere al contratto (in sostanza, per spedire la merce) e non quindi a fini promozionali per gestire i propri ordini o ad altri scopi privati come venderli.
È molto importante ottenere la firma del documento di nomina a responsabile; in tal modo, in caso di uso improprio dei dati dei vostri clienti, voi sarete immuni da sanzioni in quanto potrete dimostrare di avere trattato i dati raccolti in maniera conforme alle normative e di aver trasferito i dati utili al fornitore imponendo anche a quest’ultimo il rispetto della normativa.
Quale è la legge applicabile quando si fa dropshipping?
Nel momento in cui decidete di iniziare a vendere in dropshipping, è sempre bene indicare che il contratto di dropshipping è regolato dalla legge italiana.
Infatti, prevedere una diversa regolamentazione vi espone al rischio che il vostro contratto sia regolato da una legge straniera e da regole che probabilmente non conoscete e, in caso di controversia, vi esporrebbero a notevoli esborsi, causati dal dover incaricare un legale straniero al fine di dirimere l’eventuale controversia.
Medesime considerazioni possono essere svolte per il foro applicabile al contratto, vale a dire quale tribunale deve decidere di eventuali controversie tra voi e il fornitore. È bene inserire il foro dove ha sede la propria attività in quanto, anche in questa situazione, in caso di controversia, è consigliabile fare riferimento al foro a sé più vicino al fine di poter incaricare un avvocato di fiducia e non dover sostenere spese di viaggio per recarsi in tribunale, sia per l’avvocato sia per voi, in caso di procedimento giudiziario.